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Friday, July 31, 2009

Calendario Hooters 2010




Vi piacciono le donne bionde e con le forme da urlo? Ottimo! Questo è il calendario 2010 che fa per voi: guardate le prime immagini di questo almanacco davvero particolare...

Una religione è per la vita



Era da un pò che non parlavo di JJ.
E per parlare intendo mostrare una sua fotografia.
Che è un pò la stessa cosa. Come quando mangi l'ostia e ti dicono che mangi il corpo di Cristo.
Ecco, mostrare una foto di Jake è un pò come passare direttamente all'adorazione.
Questo fenomeno si chiama feticismo (o alienazione, dipende).
Comunque lunedi Jake Jesus è stato a TRL America per presentare il suo nuovo film (il primo post-Brokeback): Zodiac di David Fincher.
Non penso che a voi (e a me) interessino particolarmente informazioni sul film (sito ufficiale).
Quindi passiamo alla vera raison d'etre di questo post.Image Hosted by ImageShack.us
PS: avete assistito al post più inutile nella carriera di Filo.


WHAT A MAN, WHAT A MAN, WHAT A MIGHTY GOOD MAN



SUPERMAN RETURNS
 
Superman Returns è il classico film che va visto al condizionale.
 Potrebbe..sarebbe..avrebbe..dovrebbe..
Con il rischio di sembrare un pò troppo schematico, penso che il film di Bryan Synger abbia dei pregi e dei difetti così evidenti che ben si presta ad un approccio analitico.
 
 THE GOOD
Brandon Routh: he's astonishing. Semplicemente grandioso. E' praticamente impossibile non cadere nella sua rete.. Questo ragazzo è nato per essere Superman: non vi posso dire che sia un "grande attore", perchè effettivamente non ho nulla su cui basare un giudizio del genere. Ma quando incrocio i suoi enormi occhi blu oceano che si stagliano sull'orizzonte infinito della campagna americana..io non posso che sciogliermi. Dovete vedere per credere: Brandon Routh ha senza dubbio quel famoso something che fa la differenza, quella luccicanza che separa una faccia qualsiasi da un'icona immortale. Per me è senza alcun dubbio il più grande punto di forza del film, e, a costo di suonare un pò troppo trionfalistico nel mio giudizio, regge da solo interamente la pellicola sulle sue spalle. Quando lui è in scena, ruba completamente l'attenzione, e nulla ha più alcuna importanza. E poi Superman, mio Dio..non è un simbolo..è IL simbolo, è l'icona pop per eccellenza, è il mito da cui tutto ha origine. E vedere the man of steel che piange (perchè in questo film Lui Piange..how sweet is that!?) è tipo..non so..un orgasmo di emozioni. I famosi fuochi d'artificio dentro. E poi vola..cioè..non lancia le ragnatele..ma vola!! OhGod..He's God!
Bryan Synger: la regia è un altro punto di forza. Tremo all'idea di cosa sarebbe successo se dietro la macchina da presa ci fosse stato qualche dozzinale operaio come Michael Bay o soci.. Se Spiderman è il supereroe degli anni 2000, Superman è senza dubbio l'eroe più retrò che possa esistere: conformista, conservatore, reaganiano, profondamente maschilista ai limiti del machismo. Sembrerebbe quasi impossibile far digerire ad un pubblico smaliziato come quello di oggi una figura del genere. Eppure Synger riesce nell'impresa di trasformare l'eroe in una vera e propria icona pop fuori da ogni tempo, lontana da ogni connotato. Superman Returns è pura pop vision. Un concentrato dolcissimo di colori, luci, un enorme golosa e melassosa caramella ripiena di citazioni, miti, leggende popolari, cultura patinata..semplicemente pop. Tagliando corto, Synger si rivela di opera in opera un grande, grandissimo entertainer, se non un vero auteur.
L'apparato tecnico: come prevedibile, l'aspetto tecnico è da primi della classe. La stupenda, coloratissima fotografia pop di Newton Thomas Sigel (collaboratore del regista anche per la saga di XMen) che abbonda di visuals splendide, tramonti infuocati, campi lunghissimi, panorami da batticuore,e poi la musica tonitruante, epica, ricca di cori da pelle d'oca di John Ottman (che riprende il mitico tema di John Williams), e le scenografie da far perdere il fiato di Guy Dyas ben spiegano come questo film possa essere costato quasi 250milioni dollari (anche per questo motivo è stato considerato un insuccesso..come caspita potevano pensare di ricoprire velocemente i costi!?). Aggiungeteci poi degli effetti speciali incredibili (la sequenza dell'aereo una su tutte) e il gioco è fatto. Da segnalare i favolosi titoli di testa che ho seguito letteralmente a bocca aperta con bavetta..
 
THE BAD
I personaggi di contorno: punto (stranamente) dolente della pellicola è rappresentato dallo scarso interesse sprigionato dai personaggi che gravitano intorno al nostro eroe. Forse con la sola eccezione di Eva Marie Saint che interpreta la madre di Clark, tutti gli altri personaggi risultano del tutto piatti e, quel che è peggio, non interessanti. I cronisti, il caporedattore, Kitty (vedete, di molti non mi ricordo nemmeno i nomi tanto erano insulsi) sono completamente privi di qualsivoglia appeal, di un minimo barlume di interesse. E non soffrendo per le loro sorti, ahimè, il film viene privato di quel fondamentale trasporto emotivo che avrebbe potuto innalzarlo al gradino successivo (che per me è rappresentato dall'aggettivo commovente!).
Il villain: il problema non è Kevin Spacey (che anzi fa il suo sporco mestiere). Il problema è essenzialmente Lex Luthor e i suoi piani diabolici. Ormai sappiamo da tempo immemore quale sia la dura legge del supereroe: senza una nemesi con le contropalle, lui non è niente. E mi piange il cuore dover ammettere che il Lex Luthor di Superman Returns è uno dei cattivi meno riusciti fra tutti i film tratti da fumetti: piatto, bidimensionale, privo di approfondimento psicologico, la sua figura non trasmette nè simpatia, nè antipatia, nè paura, nè odio. E' un triste e inutile manichino da usare e poi buttare via.
Kate Bosworth e l'intreccio amoroso: c'è poco da fare. Superman Returns non è un film d'azione. Non è fantascienza. Non è dramma. Non è avventura. E' un potente film d'amore. Almeno nelle intenzioni. Eppure tutto il castello della storia d'amore crolla miseramente davanti alla figura di Lois Lane/Kate Bosworth. Probabilmente è una questione soggettiva, ma a me Kate Bosworth mi da le stesse emozioni di un cespo di cetrioli. Nulla, apatia totale. E' un'attrice terribilmente sprovvista di carisma. Eppure il personaggio è assolutamente interessante (praticamente è il contrario di quanto ho detto per Lex Luthor): una donna amatissima da un uomo (che lei non ama), ma completamente travolta dall'amore per un super-uomo, che è il collega Clark Kent (che lei nemmeno considera). Complesso, affascinante, freudiano. Eppure, senza voler spoilerizzare troppo, la storia d'amore risulta piatta, monodirezionale (Brandon Routh/Superman ipnotizza e ruba l'attenzione..), senza nerbo, eccessivamente da "uso e consumo". Anche se non nego che qualche sequenza fa centro. Al cuore.
 
L'amalgama tra questi pregi e difetti è un film comunque costante e omogeneo della sua patina colorata-pop, assolutamente enjoyable, divertente, appassionante, mai noioso (anche se in sala non tutti erano così convinti dal film..). La pellicola va però affrontata con uno spirito sgombro dal cinismo di oggi, con mente aperta e voglia di calarsi in un avventura mozzafiato, con la certezza però di essere guidati da un eroe che non solo ci salva la vita, ma ci fa perdutamente innamorare.. Come dice Lois Lane: "E' Superman..tutti erano innamorati di Superman!". So true.
 
 
VOTO: B-
 


Sienna Miller colpisce ancora



Come Diane Kruger anche Sienna Miller è in giro per il mondo per promuovere il suo ultimo film, vale a dire G.I. Joe, e così praticamente ogni giorno ci regala una nuova impeccabile mise da red carpet tutta da copiare o , perlomeno, ammirare. C’è da dire che starle dietro è un vero piacere per [...]

Venezia 66 : tutti i film in concorso




La 66esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si svolge al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre. Ben quattro le pellicole italiane che quest'anno tentano di aggiudicarsi il L ...

Le scarpe di Alessia Fabiani hanno successo



Giunge alla sua seconda collezione, segno di favore del pubblico,  il marchio ‘Shoe Bijou’ di Alessia Fabiana e Alessandra Von Furstenberg. I modelli di calzature proposti sono tantissimi e la modella è giustamente la bella Alessia: tronchetti con plateau e tacco a cono, stivali arricchiti da frange, mocassini e décolletés e addirittura degli stivali cuissardes [...]

Mano di Fata, cortometraggio



immagine7

Oggi ci occupiamo di uno dei cortometraggi selezionati per il concorso Sotto5, in questo caso è la donna ed il suo tran tran quotidiano il tema del corto Mano di Fata, girato e sceneggiato a quattro mani dai registi Andrea Palladino e Fabio Scalzotto.

Bisogna dire che la scelta di focalizzare l’obiettivo sul particolare, senza inquadrare mai completamente volti, ne figure intere, è in questo caso vincente, come vincente è la scelta della musica, è vero che dopo qualche secondo di visione il tono della narrazione assume ritmi piuttosto ansiogeni, ma proprio per questo ben trasmette l’intento del messaggio scelto.

Tutto la sequenza dei gesti quotidiani di una donna in carriera divisa tra lavoro e famiglia, sono amabilmente compressi in una serie di input che ben riassumono una giornata tipo, espressa in una divertente escalation  di frenesiam che si smorza in un esilarante e liberatorio finale, e dimostra ancora una volta come l’esiguità di mezzi e tempi aguzzino ingegno e creatività.



Thursday, July 30, 2009

Elisabetta Gregoraci con il suo bikini Billionaire



Se sei sposata con Flavio Briatore è ovvio che il Billionaire faccia da cornice alla tua vita, e se tu sei ababstanza sveglia e intraprendente, ci vuole un attimo a inventarsi una linea di costumi con questo nome.Se poi hai un fisico perfetto quale miglior modella che te stessa? Deve aver pensato tutto questo Elisabetta [...]

Fabrizio Corona va in vacanza ma teme il carcere



Si prepara a vivere la vacanza più bollente degli ultimi anni, in compagnia della compagna Belen Rodriguez.L’ex proprietario dell’agenzia fotografica più “in” di Milano Fabrizio Corona non dimentica però i guai con la giustizia e prima di partire parla delle sue perplessità circa il processo “Vallettopoli”: “Rischio 40 anni di galera ma per adesso mi [...]

SFIGOBOY



Attenzione: Il seguente post potrebbe turbare gli animi più sensibili. Si prega la gentile clientela di Eternal Sunshine di munirsi di un secchio dove vomitare o anche di una buona dose di Xanax. Dling-dlong.
 
Dimenticatevi Bruce Banner e Hulk..il vero supereroe mutante c'est moi.

Ma a differenza dell'eroe Marvel, io non muto quando m'incazzo. E nemmeno mi escono artigli di adamantio dalle nocche delle mani (anche se adorerei follemente come super potere).

No, niente di tutto questo.

Io muto quando studio.

Ebbene sì. Un'inesorabile ma imprescindibile mutazione fisica.

Innanzitutto mi crescono i capelli. Non ci crederete, ma la mia evoluzione parte dalla sfera tricologica. Non c'è niente da fare, quando studio mi vengono i capelli lunghi. E la mia naturale chioma fresca e sbarazzina si trasforma in un terrificante toupè degno di Telespalla Bob. E poi non c'è shampoo che tenga: me li posso lavare anche 7 volte al giorno causandomi lesioni cutanee, ma mi rimangono unti e sebacei. Non ce n'è.

La seconda mutazione fisica, che si manifesta intorno al 3° giorno di studio, riguarda la mia epidermide. Non divento verde (ahimè), bensi la mia pelle solitamente di pesca (auhauhauh) si riempie di carinissime bollicine del diametro di un millimetro. Che il buttero sia con me.

L'evoluzione continua questa volta sul piano dell'annullamento di ogni dignità personale. Eh già. In realtà io la dignità e l'autostima l'ho rottamata anni e anni or sono, eppure il degrado psicofisico causa studio è di simpatica rilevanza. Innanzitutto divento pigiama dipendente. Nel senso che diventa realmente una mia seconda pelle. Mi alzo dal letto e nemmeno me lo tolgo: semplicemente lo copro con una felpa e un paio di pantaloni di tuta. E se per caso mi tocca uscire per qualche spiacevole inconveniente, non mi cambio affatto. Il primo giorno questa pelle artificiale può causare irritazione e stato d'ansia, ma dal secondo giorno in poi si rivela per quello che è: uno strato di flanella di morbida e ovattata tranquillità. La cura per il corpo lascia ovviamente il tempo che trova: quando studio dimentico di essere un ragazzo del XXI secolo, ma faccio come se vivessi in una fattoria della normandia medievale: assenza di condizioni igieniche, si mangia quello che si trova (carrube, carote e acqua del rubinetto a colazione), e si risponde a monosillabi alla gente dimenticando la grammatica italiana nonchè la buona educazione.

Il quarto mutamento si verifica lungo le mie dita affusolate da pianista cecoslovacco: improvvisamente diventano salsiccie roventi di carne viva, con piaghe e unghie martoriate (beh divorate lo sono sempre vita natural durante..), e sangue rappreso lungo i punti cruciali. I miei denti diventano aguzzi (un altro mutamento!) e mi traforo le membra anche con i molari. Sado o maso?

La quinta trasformazione è di recente acquisizione: nei primi miei anni di onorata carriera scolastica, lo studio era caratterizzato da una sana alimentazione e da bottiglie d'acqua sempre presenti sulla scrivania onde idratarmi e farmi sentire leggero e pieno di energia. E capitava anche che dopo una settimana/10 giorni di studio, mi ritrovassi anche dimagrito di 2/3 chili. Da un anno a questa parte, invece, le energie le prendo solo in un unico, incontrovertibile modo: mangiando la qualunque. Tutto ciò che sia commestibile (ma anche no..) e a portata di mano (perchè alzarsi dalla sedia comporta un inutile spreco di grassi saturi) diventa cibo. E via con la lievitazione del peso corporeo.

Ma il momento culminante in cui l'evoluzione di Filo arriva al suo apogeo è in sede di esame. Fosse mai capitata una volta in cui arrivassi davanti al docente fresco e rilassato e con un'aria intelligente e sofisticata. No. Io davanti al docente sono inguardabile. Capelli ingovernabili (ve l'ho detto che mi si allungano!!), occhiaie profonde da eroinomane (con annessi occhi impallati e rigorosamente di differenti dimensioni, chissà perchè), un pallore che non è bianco, ma verde (evviva in effetti divento anche io verde!), bocca impastata con fuoriuscita di sputacchi causa effetto cementite, alito pestilenziale causa mancata colazione causa fretta cronica e ritardo, e possibilmente solo in quel momento mi accorgo di aver messo la polo macchiata del vomito del mio cuginetto o di aver abbottonato la camicia con i bottoni tutti spaiati. E ovvio ho dimenticato il libretto universitario a casa.

Sam Raimi..cosa aspetti a scritturarmi!!

Il mio nome è Filo alias Sfigoboy! Da grandi poteri derivano grandi sfighe!

Per farvi comprendere come queste mutazioni hanno proprio caratteristiche misteriose e di provenienza ignota, devo concludere il blog-dramma. Tornato a casa dopo l'esame, mi sdraio sul letto..mi addormento..e quando mi risveglio, un paio d'ore dopo, sono tornato il Filo di sempre. Anche i capelli mi si sono accorciati!! Giurissimo!!

Ora voglio la tutina da X-Men. La voglio, la bramo, la desidero. Con la maschera (ma senza mantello, The Incredibles docet).

Sento già che sto mutando..

 

 



Attore non protagonista



Se per l'attrice non protagonista c'è poco margine di shock, nella corrispondente categoria maschile i giochi sono molto più aperti, e la possibilità di un eventuale sconvolgimento diventa più ampia.
 
Le nomination per MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA sono:
Alan Arkin - Little Miss Sunshine
Jackie Earle Haley - Little Children
Djimon Hounsou - Blood Diamond
Eddie Murphy - Dreamgirls
Mark Wahlberg - The Departed
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Tranne l'outsider Jackie Earle Haley (ex enfant prodige dello showbiz americano, ora risorto dalle ceneri con questa performance), gli altri quattro attori sono tutti, chi più chi meno, papabili vincitori della statuetta. Il favorito della vigilia rimane Eddie Murphy: effettivamente in Dreamgirls interpreta il personaggio più vivo e spumeggiante di tutti, il vero ruba-scena del film. Dalla sua parte, Murphy ha una carriera strepitosa, lunghissima: e nonostante non abbia mai brillato per la recitazione e abbia interpretato quasi sempre film scadenti, Hollywood deve moltissimo a questo attore, che con la sua sola presenza ha fatto incassare alle major cifre stratosferiche. E sicuramente l'Academy terrà conto di questo fattore. A minare la pole position di Murphy è, paradossalmente, Eddie Murphy stesso. Può sembrare una sciocchezza, ma ogni singola variabile diventa, per un attore candidato, un elemento fondamentale nella sua corsa verso il golden boy. Vi ricordate quando 4 anni fa Russell Crowe perse l'Oscar per A Beautiful Mind (lo vinse Denzel Washington per il minore Training Day) proprio dopo aver picchiato un membro dello staff di un grande albergo newyorkese? Non è stata una semplice coincidenza, ma davvero quei bacchettoni dell'Academy guardano ogni dettaglio, anche privato, del candidato. Eddie Murphy ha effettivamente una vita privata poco ortodossa: ha lasciato la fidanzata incinta (per la cronaca, Mel B delle Spice Girls) per una modella giovanissima, non ama particolarmente la stampa, e lo scorso weekend è uscito al cinema con Norbit, il classico film demenziale, stroncato dalla critica, a cui l'attore ci ha abituati in questi anni. Murphy insomma è un elemento poco oscarizzabile. Crescono invece le quotazioni di Alan Arkin, l'adorabile nonno eroinomane di Little Miss Sunshine. Ha appena vinto il BAFTA Award, e la possibilità si una sua vittoria si fanno più consistenti: oltretutto è un attore molto amato dall'establishment, molto rispettato, e data la sua età, questa sarebbe forse l'ultima opportunità che Hollywood ha per premiarlo. Quindi prevedo un testa a testa tra Murphy e Arkin (quest'ultimo per altro è in un film amatissimo). Mark Wahlberg è un grande attore sottoutilizzato e sottostimato: un applauso all'Academy che ha preferito la sua performance rispetto a quella del grande (ma molto gigione) Nicholson. Wahlberg ha qualche chance: lui rappresenta la nuova generazione di trentenni. Djimon Hounsou è senza dubbio bello da guardare sul grande schermo, ma interpreta lo stesso identico ruolo da quasi dieci anni (Amistad, Il Gladiatore, In America..): non penso sia arrivato il suo momento.
Quindi ricapitolando, i due grandi contendenti sono Alan Arkin e Eddie Murphy: vedremo in che direzione andranno i membri dell'Academy. Io punto leggermente a favore di Alan Arkin, per due motivi: 1) il suo film è senza dubbio quello più amato dell'anno, molto più di Dreamgirls; 2) se Eddie Murphy dovesse vincere, la comunità afroamericana vedrebbe 3 suoi attori vincitori dell'Oscar (Hudson, Whitaker e Murphy, appunto): siamo sicuri che l'Academy andrà fino in fondo con questa scelta?. In ogni caso, se dovesse vincere Arkin, Little Miss Sunshine ipoteca la vittoria come Best Picture.
 
VINCERA': Alan Arkin
IO TIFO: Mark Wahlberg
POTREBBE SHOCKARE: Mark Wahlberg
AVREBBE MERITATO LA NOMINATION: Steve Carell - Little Miss Sunshine
 
A domani con MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA.


sensuale Shakira! una chiappa sì e l'altra no!




Ecco She Wolf, il nuovo video di Shakira.
Abbiamo capito il significato intrinseco del video, le parti dove si contorce nella gabbia con la tuta color carne e il passo di danza che fa quando è sdraiata e il sedere sale
…


IO NE HO UNO



E' strano come succeda sempre così.
E più lo sappiamo, più non facciamo altro che ripetere lo stesso stupido errore.
Ripetere gli stessi errori..quante volte ho pronunciato queste parole. Probabilmente tutto quello che ci hanno detto non è vero..la vita non ha uno scopo, la vita non ti insegna niente. E' vita, punto. C'è, e questo basta a se stessa.
La verità è che non ci accorgiamo di avere sotto gli occhi una cosa, fino a che questa non venga perduta. O peggio, distrutta.
Come fosse una legge della natura, vaghiamo su questa terra senza fare attenzione alle cose davvero importanti. Afferro più cose possibili, mi lascio possedere da quanto di più superfluo possa esistere, ma quello che davvero conta non riesco nemmeno a vederlo.
Non credo nel destino, non credo nella parola SEMPRE e nemmeno nella parola MAI, ma purtroppo tutto questo rientra così frequentemente nel vocabolario della vita normale che è impossibile non tenerne conto.
 
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Ed è incredibile, come anche nel male, la vita possa in ogni caso sorprenderti ogni giorno.
Per mesi non ho capito niente, e ho lasciato scivolare tutto tra le mie dita, chiudendo gli occhi, la bocca, le orecchie. 
In questi ultimi tre giorni invece, mi sono addirittura accorto di ben tre cose. Una dopo l'altra.
Mi sono accorto all'improvviso che avevo tutto quanto avessi mai potuto desiderare, e per una frazione di secondo sono stato davvero felice. Poi un attimo dopo mi sono accorto di avere perso tutto, e di essere rimasto da solo in mezzo al niente. La nebbia.
Oggi infine..mi sono svegliato e mi sono accorto che proprio qua dentro c'è un enorme, profondo, vuoto buco nell'anima. Il dolore dopo un pò smetti di sentirlo, ma quello che fa paura è che comporta una clamorosa e pericolosa perdita del tuo equilibrio.
 
Da oggi, possi dire di averne uno anche io.
CITAZIONE DEL GIORNO
"..è una cosa strana la perdita di una persona amata..
..è come salire le scale al buio per andare in camera da letto
e credere che ci sia ancora uno scalino..
..il tuo piede allora cade nel vuoto e c'è un nauseante momento di tetra sorpresa.."
(Una Serie di Sfortunati Eventi - Lemony Snicket)


MERYLUMA



PRIME

Il cinema è forse l'unica industria che ancora oggi spinge prodotti non massificati, che non mirano al grosso(lano) successo, ma piuttosto al discreto apprezzamento da parte di piccole nicchie di persone. Purtroppo però questo prodotto "medio" è sempre meno presente nelle nostre sale, e la produzione mondiale si divide sempre più tra piccole opere indipendenti e i grandi blockbuster di americana fattura. Questo comporta una radicalizzazione del cinema (e dello spettatore) che a sua volta promuove un'impermeabilità di codici espressivi nonchè di idee, causando un grave impoverimento generale.

PRIME è perfettamente inserito nella tradizione dei "film della domenica pomeriggio": è leggero, moderatamente divertente, lieto, grazioso.

Sono film che non promettono nulla che non possano mantenere: una sorta di onestà intellettuale e culturale che mi fa ancora di più apprezzare questo genere di pellicole.

Uma Thurman è luminosa e bellissima, ottimamente fotografata, finalmente un ruolo leggero e delizioso dopo le crudeli fatiche tarantiniane. Meryl Streep ancora una volta un gradino sopra tutti: le maggiori risate arrivano proprio da lei.

Il film diverte in moderate dosi, ed è in un certo senso pervaso da un sottile velo di morte e tristezza: non è scoppiettante nè esilarante, manca sicuramente di un certo ritmo, pur non avendo tempi morti, e il montaggio ad incastri lascia il tempo che trova. Finale un pò appiccicato velocemente.

Insomma, nulla di minimamente travolgente, ma lieto e leggero, godibile e rassicurante nella sua prevedibilità.

 

VOTO: C

 



Oggi è già domani, recensione