Jessica Alba è andata dalla parrucchiera e si è regalata questo nuovo taglio che fa un po' primi anni '90. Anche lei si è schiarita i capelli perchè le bionde stanno conquistando il pianeta.
La spiritosa interprete di Sin City non…
Franca (Giovanna Ralli) ha sempre avuto un’indole per il focolare domestico, insomma una donna nata per accudire figli e marito, o almeno così sembra, purtroppo quando suo marito muore, il mondo della donna sembra perdere di consistenza.
Per reazione alla perdita del coniuge, su cui la donna riversava amore ed attenzioni, diventano le sue tre figlie, Barbara (Barbara De Rossi), Sofia (Elena Sofia Ricci) e Susanna, l’oggetto di una sorta di rito familiare compensatorio, un pranzo domenicale a cui tutti membri della famiglia, le tre donne sono sposate, sono inesorabilmente costretti a partecipare.
Durante una di queste domeniche, Franca ha un incidente doimestico nel quale si frattura un femore, costretta ad una continua assistenza da parte delle sue figlie cominceranno inevitabilmente a mostrarsi i primi segni di intolleranza, e l’apparente quiete familiare mostrerà le prime increspature.
Carlo Vanzina affronta la commedia corale con la prospettiva delle dinamiche familiari, insomma un bell’impegno non c’è che dire, considerando i suoi precedenti lavori, forse questa è l’occasione giusta per scavare un pò nei personaggi e sfuggire alle macchiette televisive.
Purtroppo nonostante i presupposti, e come al solito per voler accontentare tutti, il film finisce per ristagnare in una sorta di limbo, tra la voglia di esplorare le sfumature drammatiche di un certo tipo di commedia e accontentare una vasta e variegata platea televisiva a cui il film andrà inevitabilmente in pasto.
Solo il talentuoso cast salva uno script, figlio di troppi conpromessi, dall’oblio dell’anonimato, grazie ad una dignitosa recitazione, ma il film di Vanzina purtroppo non ha ne l’eleganza da amarcord de La famiglia di Ettore Scola, ne la caustica cattiveria dei Parenti Serpenti di Monicelli.
Così Il pranzo della domenica scivola ben presto nella monotonia del racconto televisivo, lasciandosi alle spalle tutte le buone intenzioni, rimanendo un’opera poco memorabile che ammicando freneticamente a destra e a manca finisce per non approdare a nulla di concreto.
Il 4 dicembre arriverà anche in Italia (negli States esordisce il 24 novembre) Ninja Assassin, l’action movie prodotto dai fratelli Wachowski, diretto da James McTeigue.
Dopo il salto potete vedere il trailer italiano del film, che narra la storia di Raizo, uno degli assassini più pericoloso del pianeta, che dopo la morte di un suo amico decide di vendicarsi con il Clan Ozunu, la società segreta che l’ha trasformato in un killer e che ha ucciso il suo amico.
L’ozioso gattone Garfield ha proprio una vita invidiabile, grandi abbuffate e oziose dormite lo rendono il re incontrastato di casa Arbuckle, purtroppo come spesso accade nella vita di Garfield fa capolino prima un terzo incomodo, una bella veterinaria di cui il suo padrone è follemente innamorato, e in seguito addiritttura un quarto guastafeste, l’adorabile cagnolino Odie che comincia a sconfinare rubando attenzioni dal suo padrone e minando pericolosamente i suoi privilegi.
Così Garfield accecato dalla gelosia comincerà ad escogitare tutta una serie di escamotage per far si che il nuovo arrivato tolga le tende, ma ogni sua iniziativa finirà con un bel buco nell’acqua, il cagnolino sembra davvero intoccabile.
l’atteggiamento verso l’odiato rivale di coccole cambierà repentinamente quando Odie finirà nelle grinfie del malvagio di turno, il gattone sentendosi in colpa per l’accaduto, cercherà di porre rimedio al danno partendo in una missione di recupero convinto in cuor suo che Odie sia finito nei guai per causa sua.
Il cinico e spassoso Garfield, una sorta di Homer Simpson versione felina, termina la sua metamorfosi all’insegna del politically correct iniziata qualche anno fa con i cartoon, per tramutarsi in un perfetto personaggio da family-movie all’insegna della fiaba animalista e del live-action, come già successo anche con il collega a quattro zampe Scooby-doo.
Il live-action è materia difficile da gestire, insomma miscelare CGI e attori in carne ed ossa con risultati soddisfacenti può risultare alquanto arduo, in questo caso come in quello di Scooby-doo, vista anche la provenienza cartoon dei protagonisti, il risultato è buono quel tanto che basta per rendere la storia e la visione fruibile ad un pubblico di famiglie, con l’accortezza di far caratterizzare al talentuoso Fiorello la voce del famigerato gattone.
Il film rimane un buon divertissement per famiglie, le battute non sono banali e questo non è poco, certo si va sul convenzionale con tanto di finale zuccheroso e una cattiveria edulcorata che fa rimpiangere non poco le strisce a fumetti di Jim Davis, ma alla fine dei conti sono peccati veniali quando si tratta di family-movie ed è questo Garfield-Il film, una simpatica comedy per famiglie che piacerà molto ai più piccini e non annoierà gli adulti.
Germania 180 d.C, mentre l’impero romano da battaglia ai barbari, l’imperatore Marco Aurelio (Richard Harris) sceglie il valoroso Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) per traghettare l’Impero in una nuova fase politica, togliendo così di fatto ogni possibilità di regnare al suo diretto discendente, il figlio Commodo (Joaquin Phoenix)
La notizia sconvolge il giovane che in un moto d’ira uccide il padre e imprigiona Massimo con l’intenzione di giustiziarlo, ma Massimo sfugge ai suoi carcerieri e torna dalla sua famiglia scoprendo che l’usurpatore li ha fatti trucidare dai suoi soldati.
Massimo finirà nelle mani di un mercante di schiavi che ne sfrutterà le abilità di guerriero nelle arene, l’ex generale diventerà così uno dei gladiatori più amati di sempre e sfrutterà lo spettacolo itinerante del suo padrone per esibirsi a Roma nel grande Colosseo, così da poter finalmente guardare negli occhi l’assassino della sua famiglia.
Giunto a Roma Massimo riceverà l’appoggio della sorella di Commodo e di alcuni senatori spaventati dall’instabilità emotiva del giovane imperatore, ma scoperto il complotto Commodo sfiderà il gladiatore davanti al popolo in un duello all’ultimo sangue, per dimostrare ai propri sudditi la sua superiorità, ma prima dell’inizio della sfida Massimo verrà deliberatamente ferito così da rendergli quasi impossibile difendersi…
Intrattenimento all’ennesima potenza è la parola giusta per definire Il gladiatore, Ridley Scott rilegge il cosiddetto peplum, si diverte a rispolverarne i fasti e ad omaggiarlo anche nelle numerose incongruenze storiche, e in alcune ingenuità tipiche dei B-movie e di un genere molto visitato anche dai registi nostrani.
Tutto è carico, regia muscolare, immagini sature, musica memorabile, tutto è perfettamente confezionato per incantare e coinvolgere gli spettatori di ogni età, poi aggiungiamoci un gladiatore conme Russell Crowe che come Banderas ne La maschera Zorro rappresenta l’interprete ideale e raggiungiamo l’optimum, così Il gladiatore diventa per Scott quello che Titanic fu per Cameron con pioggia di premi e grandi incassi.
5 premi Oscar, tra cui miglior film e miglior attore, 4 BAFTA, 2 Golden Globe e l’MTV movie Award come miglior film del 2001, ci fermiamo qui, ma la lista prosegue. Un vero blockbuster vecchio stile, coinvolgente, adrenalinico e suggestivo, insomma bando ai falsi storici e alle puntigliose critiche da Aula Magna, qui si punta all’intrattenimento e Scott è del mestiere, per la storia, quella vera, ci sono i libri e History Channel, qui si fa cinema.
Oggi riprendiamo la rubrica sugli effetti speciali parlandovi di un monumentale classico fantasy, la trilogia de Il signore degli anelli diretta da Peter Jackson che ha portato gli effetti speciali ad un evoluzione ulteriore, tenendo però un piede ben piantato nel passato puntando su modelllini e miniature, come fece a suo tempo George Lucas per l’altra storica trilogia, quella di Star Wars.
Jackson non si è naturalmente limitato a miniature e modellini, ma vi ha unito anche degli strepitosi effetti digitali per fondere al meglio il lavoro degli artisti che hanno collaborato al film, programmatori e scultori che hanno dato spessore e fisicità al mondo creato da Tolkien, immaginato nel corso degli anni dai più grandi illustratori,
Dietro alle incredibili sequenze del film la società Weta Workshop esperta in make-up, sculture e modellini, che ha prodotto per il film maschere, protesi, armature ed armi, creando e distaccando per l’occasione una divisione specifica per gli effetti digaitali, la Weta Digital, onde evitare di appaltare la parte computerizzata degli effetti speciali ad una società esterna.
Naturalmente il lavoro maggiore, quello che ha dato i risulati più sorprendenti è stata la realizzazione di Gollum, creatura completamente digitale, realizzata con un sofisticato sistema di motion capture che ha catturato ogni singola microespressione ed ogni minimo movimento dell’attore Andy Serkis, attraverso un software grafico di ultima generazione. Il resto del lavoro lo hanno fatto i programmatori della Weta Digital che hanno integrato il personaggio inserendolo nelle sequenze del film, riuscendo a dargli una consistenza impressionante e un livello di interazione con gli attori in carne ed ossa che ha dell’incredibile.
La Weta si è anche ingegnata con alcuni trucchi che provengono dalla vecchia scuola, come per esempio la prospettiva forzata con la quale il regista ha potuto ovviare alla differenza di corporatura ed altezza tipca dei personaggi di Tolkien, che potevano creare problemi interagendo insieme sullo schermo, un esempio su tutti la differenza di altezza tra gli umani e i piccoli Hobbit.
In coda al post tre video, uno speciale sulla Weta e due riguardanti Gollum, la sua premiazione all’MTV Awards e una seduta di motion capture dell’attore Andy Serkis.
Nel 1999, due anni dopo la sua trasferta americana con Il silenzio dei prosciutti, Ezio Greggio prosegue la collaborazione con il geniale Mel Brooks dimostrando ulteriormente la sua approsimazione come regista.
In Svitati, film tv davvero da dimenticare, Greggio interpreta Bernardo Puccini figlio di un magnate dell’industria, quest’ultimo dopo essere scampato ad un attacco cardiaco costringe il figlio a rintracciare un ex-soldato americano, interpretato da Brooks, che durante la seconda guerra mondiale gli salvò la vita.
Il problema è che l’ex-soldato in questione ora è un paziente di un istituto psichiatrico statunitense, così dopo averlo raggiunto e fatto evadere dalla clinica in cui era ricoverato, i due tenteranno una rocambolesca fuga verso l’Italia con una zelante e determinata psichiatra alle costole.
Diciamo che Svitati è talmente pasticciato da risultare indigesto anche come mero prodotto televisivo, il connubio Greggio/Brooks rimane per il sottoscritto ancora un mistero irrisolto, Greggio per fortuna abbandonerà le sue velleità da cineasta e tornerà al suo mestiere nell’entertainment televisivo, per poi sfoggiare recentemente una sorprendente vis drammatica ne Il papà di Giovanna di Pupi Avati. In coda al post un estratto in lingua originale del film, gustatevi la memorabile performance di mr. Greggio.
Per ottenere occhi seducenti e magnetici, il cosmetico più amato dalle donne è sicuramente l’ombretto: disponibile in moltissimi colori e sfumature, l’ombretto va ad esaltare lo sguardo ed è in pole position per quanto riguarda il makeup degli occhi.
Dopo aver parlato in maniera approfondita delle formulazioni dell’ombretto, ecco un argomento che non poteva mancare nelle nostre lezioni di makeup. Si tratta infatti della scelta del colore dell’ombretto, da sempre fonte di dubbi e perplessità.
Qual è il colore di ombretto perfetto per te? E come puoi scegliere la tonalità migliore di ombretto per rendere incantevoli il tuo sguardo? Finalmente potrai scoprire i colori che più si adattano ai tuoi occhi e alla tua carnagione.
Iniziamo dalle basi: per prima cosa, è importante dire che non ci sono colori di ombretti vietati. La scelta dell’ombretto è innanzitutto una questione di preferenze personali, di buon gusto e di umore del momento.
Poi ci sono delle linee di base che permettono di capire le tinte di ombretto migliori per esaltare il colore degli occhi; la scelta va fatta anche valutando la tonalità della pelle per creare una perfetta armonia. I Makeup Artists sconsigliano di abbinare il trucco al colore dell’abito perché è molto facile sbagliare.
Quando si applica una tinta di ombretto che si abbina perfettamente al colore degli occhi e dell’incarnato, non si tratta semplicemente di un accostamento azzeccato. Le tinte più adatte ai tuoi colori naturali, infatti, faranno apparire il bianco degli occhi più candido e l’iride sarà immediatamente valorizzata.
Passiamo subito alla pratica. Iniziamo dal colore della pelle del tuo viso: se hai la carnagione chiara, è meglio evitare i colori troppo scuri e marcati. Hai la pelle scura o media? Scegli ombretti profondi e di tonalità ricche, lasciando da parte le tinte chiare e fredde come il bianco. Per l’incarnato olivastro, i toni caldi sono i migliori, mentre i colori freddi tendono a spegnere la luminosità.
Le Tonalità di Ombretto per gli Occhi Verdi
Gli occhi verdi sono messi in risalto da tinte come il verde foresta, il verde smeraldo e il verde khaki. Questi colori, infatti, riprendono il verde dell’iride e lo rendono ultra brillante.
Per attirare l’attenzione sul verde e renderlo più intenso che mai, sono ottimi il marrone, il color albicocca e il color pesca, il porpora, il viola pastello e il color prugna. Per la legge dei colori complementari, tinte bronzee e ramate mettono in grande evidenza il verde.
Infine, il color oro, i marroni dorati, il viola intenso e il verde lime sono perfetti per rendere bianchissimo l’occhio e per mettere l’iride in primo piano.
Le Tonalità di Ombretto per gli Occhi Azzurri o Blu
Dicono che con gli occhi azzurri o blu sia meglio evitare tutte le tonalità dello stesso colore dell’iride: ma con un ombretto blu profondo, gli occhi sembreranno ancora più chiari e del colore del mare.
Le tinte migliori per intensificare gli occhi chiari sono l’argento e le tonalità di grigio, il turchese e il fucsia. Ottime le tonalità color pesca e color albicocca, toni dorati per ammorbidirli e rame e bronzo per enfatizzarli.
Le Tonalità di Ombretto per gli Occhi Marroni
Le donne con gli occhi marroni possono portare pressoché qualunque colore di ombretto, poiché il marrone dell’iride sta bene con molte tonalità.
Si parte da tutta la gamma dei marroni, per arrivare al rame, al bronzo, al color caffè, al beige o al verde khaki.
E che dire del blu scuro, del rosa acceso e del verde lime? Sempre perfetto il color oro, da abbinare al verde ma anche al bronzo o al marrone. I toni caldi rendono l’iride più dolce, mentre i toni freddi e accesi intensificano lo sguardo.
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In quel di Riccione si sono appena svolte le Netturbiadi, un concorso di giochi e premiazioni pensati e realizzati dagli operatori ecologici. Alcuni premi sono stati offerti ad alcuni personaggi famosi perfettamente congrui - secondo loro - per il ruolo di…
Ieri al Festival di Venezia passerella dedicata a Il grande sogno di Michele Placido e accoglienza da star per due dei tre protagonisti della pellicola, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, all’appello mancava per altri impegni Luca Argentero.
La coppia sorridente e molto disponibile si è divertita ad intrattenere fotografi e pubblico, mentre Placido raccontava ai giornalisti presenti qualcosa sul suo nuovo e ambizioso lavoro.
Io ho raccontato la mia storia, ci possono essere visioni politiche, ma la chiave è quella del poliziotto venuto dal sud.
Infatti il film racconta, in una sorta di romanzo autobiografico, l’esperienza di un giovane poliziotto durante gli anni della contestazione e la nascita della sua passione per la politica e la recitazione.
Ieri proiettato anche l’ultimo capitolo della saga sugli zombie di Romero, Survival of the dead, su un’isola alcuni scampati all’epidemia cercano di sopravvivere a un’orda di nefasti zombie antropofagi. Durante la conferenza stampa Romero racconta qualcosina della sua nuova apocalisse.
Stavolta ho cercato di integrarli nel regno dei vivi, cercando ricette alternative per sfamarli…difficile distinguere oggi tra vivi e morti…a differenza di Snyder (il regista de L’alba dei morti viventi) che li immagina veloci e aggressivi, i miei sono di più…è la massa il problema!
Cominciano anche le prime previsioni e il canonico TotoLeone, tra i favoriti al momento, si esclude la pole position per i quattro italiani, Lourdes di Jessica Hausener e Lebanon di Samuel Maoz. Per oggi previsti entrambi in concorso l’horror made in Italy La doppia ora di Giuseppe Capotondi, molto apprezzato all’anteprima stampa di questa mattina, e la pellicola tedesca Soul Kitchen di Fatih Akin.